
“Aprite il libro a caso. I libri belli si possono leggere a caso. Ciò che rende straordinaria la recherche, il bello, sono i labirinti di intelligenza straordinari che si aprono in continuazione.”
Questo il consiglio che il prof. Giuseppe Scaraffia, intervistato dal curatore di Fuorigioco Luigi Mascheroni, ha dato al numeroso pubblico presente in sala alla conferenza “Marcel Proust, leggere senza fine. Una droga a lenta assimilazione”.
“Ci vorrà un po’ di tempo, ha bisogno, come una droga, del tempo per entrare in circolo, e poi non vi abbandonerà più. Il problema sarà semmai quello di riuscire a leggere qualcos’altro dopo”.
Una serata entusiasmante, per raccontare un autore davvero straordinario, dall’incredibile intelligenza, tra fantastici, divertentissimi aneddoti, ma anche interessantissime, profonde riflessioni su uno dei giganti della letteratura di tutti i tempi.
Aneddoti, episodi, citazioni, battute, racconti che tracciano un ritratto di una personalità straordinaria, in cui si incrociano di frequente (spesso con esiti inaspettati e curiosi) i nomi più importanti della scena culturale dell’epoca, da Picasso a Cocteau, da Joyce a Scott-Fitgerald, da Gide a La Rochefocauld e tanti, tanti altri.
Una personalità estremamente complessa, modellata dalla necessità di adattare alla società l’acume della sua mente brillantissima, ma anche dalla difficoltà dei rapporti con l’aristocrazia (che non gradiva che i propri difetti venissero esposti al pubblico), dal suo essere di famiglia ebrea in una società francese fortemente antisemita, dal suo essere omosessuale.
Il suo straordinario lascito all’umanità è la sua recherche, che conclude poco prima della morte, quando dice a Celeste, la sua cameriera: “Adesso posso morire”