Ennio Flaiano è stata una figura importantissima per la cultura italiana dello scorso secolo. Premio Strega nel 1947 con “Tempo di Uccidere”, sceneggiatore di molte pellicole fondamentali della storia del cinema italiano (famosa la sua collaborazione con Federico Fellini per cui scrisse le sceneggiature di numerosi capolavori, tra cui “La strada”, “La dolce vita”, “Otto e mezzo”; ma anche, tra gli altri, “La notte” di Michelangelo Antonioni), critico teatrale e cinematografico, giornalista del Corriere della Sera, straordinario scrittore di aforismi.
Ce ne hanno parlato il giornalista e scrittore Stenio Solinas e il professor Gino Ruozzi, italianista dell’Università di Bologna, curatore del Meridiano dedicato a Flaiano e grande esperto di quella straordinaria forma di scrittura breve che è l’aforisma.
Ne viene fuori il ritratto di un genio, un personaggio cosmopolita, che non aderì al fascismo (traumatizzato dall’esperienza in Etiopia), ma fu anche estremamente critico della società italiana che stava venendo a crearsi dopo la Liberazione.
Un autore capace di divertire con le sue battute fulminanti, ma in fondo una persona estremamente consapevole della profonda drammaticità dell’esistenza umana.
Il racconto dei due relatori è stato reso davvero completo ed esaustivo proprio dalle parole di Ennio Flaiano, dai suoi magnifici aforismi, capaci di racchiudere in una frase l’intera esistenza umana, con un sorriso sulle labbra, un tarlo nella mente, una scintilla nel cuore.